domenica 21 aprile 2013

Sull'appartenenza e la politica

Questo non è un post sulla rielezione di ieri di Napolitano e su quanto sia stata frustrante per me. Questo post è perché non capisco, e sono frustrato di non capire.

Vedo un sacco di amici e altre persone iscritte al PD molto deluse dagli avvenimenti degli ultimi giorni, e dalla dirigenza.
Vedo fioccare gli appelli, vedo invocare a gran voce un rinnovamento, e chiedere un partito di sinistra. Ma quasi sempre accompagnato dal giuramento che mai si lascerà il PD.

È una cosa che non capisco. A parte che se chiedi un cambiamento, ma dici che comunque resterai, non vedo quanto la tua richiesta venga considerata.
Ma soprattutto quello che non capisco è l'esagerato sentimento di appartenenza ad un partito. un po' come per la nazione, sinceramente.

Sono veramente orgoglioso di avere la tessera di un partito che, al congresso fondativo, nel manifesto o nello statuto (non sono riuscito a ritrovare il pezzo, ma mi sembra proprio fosse così) dice apertamente: "se si riesce a fare qualcosa di meglio ci sciogliamo".

Ecco, in politica non capisco questo "patriottismo" e a volte mi sembra l'unico motivo per cui molte persone si ostinano a stare nel PD. Perché erano nel PCI, o è dove sarebbero state, e quindi per appartenenza bisogna per forza stare lì. Al massimo si cambiano le cose dall'interno.
Poi si creano quelle situazioni paradossali in cui i militanti cantano "Contessa" entusiasti alle feste, immaginando di essere ancora nell'altro Partito, e i parlamentari mettono il pareggio di bilancio in costituzione.

A dire il vero è esattamente come mi sento riguardo al mio paese. Io ho certamente sviluppato affetto per l'Italia, e per i luoghi dove ho vissuto e che ho imparato a conoscere come le mie tasche, ma quando sento dire "Non me ne andrò mai" semplicemente per me non è così, perché se penserò di poter stare meglio da un'altra parte, ci andrò. Non perché me ne frego, ma perché non sono COSÌ ancorato a dove sto.

Ritornando a quello che volevo dire, credo che un forte sentimento identitario in politica sia un male. Non per il partito, ovviamente, ma per la politica in sè. Perché trovo che si arrivi al punto in cui il partito è il fine, quando è sempre solo un mezzo.

1 commento:

  1. Bravo Gnu!!!!
    Sono pienamente d'accordo con te!
    L'ho sempre pensato e l'ho sempre anche detto, a modo mio.

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