mercoledì 23 giugno 2010

Schiavi o disoccupati?

Ieri si è svolto un referendum all'interno dello stabilimento Fiat di Pomigliano D'Arco per decidere se accettare l'accordo sottoscritto da solamente Cisl e Uil.

Nulla di strano, se non per il fatto che questo peggiora di molto le condizioni di lavoro, ad esempio:

 lo straordinario obbligatorio passa da 40 a 120 ore annue con possibilità per l’azienda di
comandarlo come 18° turno, nella mezz’ora di pausa mensa, nei giorni di riposo, per recuperi
produttivi anche dovuti a non consegna delle forniture;
 le pause sui montaggi si riducono da 40 a 30 minuti giornalieri;
 si può derogare al riposo di almeno 11 ore previste dalla legge da un turno all’altro per il singolo
lavoratore;
 l’azienda può decidere di non pagare il trattamento di malattia contrattualmente previsto a suo
carico;
 l’azienda può modificare le mansioni del lavoratore senza rispettare il principio dell’equivalenza
 delle mansioni;                                                                          
 l’azienda ricorre per 2 anni alla Cigs per ristrutturazione senza rotazione, con l’obbligo del
lavoratore alla formazione senza alcuna integrazione al reddito.
 


Inoltre la Fiat ha inserito un simpatico paragrafo che introduce un sistema sanzionatorio nei confronti delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori arrivando a mettere in pericolo la contrattazione collettiva e il diritto di sciopero.

Il risultato del referendum, nonostante gli operai avessero praticamente la pistola alla tempia (infatti questo accordo NON NEGOZIABILE è stato posto come premessa fondamentale per il trasferimento in italia della produzione della Panda) non è stato una vittoria schiacciante del SI in quanto il 36% dei lavoratori ha avuto la forza di opporsi.

Marchionne ha detto ora di voler lavorare solo con chi vuole.

Ma come può il referendum interno ad una azienda annullare quanto sancito nella costituzione e nello statuto dei lavoratori? Se un gruppo si riunisce e vota per abolire il reato di omicidio e rinunciando al diritto di perseguire chi uccide (mettendosi quindi in pericolo) lo stato glielo lascia fare? NO! Perchè i diritti sono diritti. Non sono sopprimibili a maggioranza.

Questa però è la cosa più triste che io abbia mai visto 2:52 "I tempi sono diversi, sono cambiate le strategie aziendali, e noi dobbiamo adeguarci"

Le strategie non sono cambiate, sono semplicemente tornate più indietro di quando i diritti dei lavoratori hanno iniziato a contare qualcosa. 

Immagine di Paolo Lombardi 

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