mercoledì 12 maggio 2010

Alcune cose sono come sono, e basta.

Il Partito raccomandava di non badare alla prova fornita dai propri occhi e dalle proprie orecchie. Era l'ordine finale, il più essenziale di tutti. Il suo cuore ebbe un tuffo al pensie­ro dell'enorme potere spiegato contro di lui, della facilità con cui ognuno dei cosiddetti intellettuali del Partito lo avrebbe potuto rovesciare sul tappeto della discussione, de­gli argomenti sottili ch'egli non sarebbe stato in grado di comprendere, e tanto meno di controbattere con adeguate risposte. Eppure lui aveva ragione! Loro avevano torto e lui aveva ragione. Le cose ovvie, le cose semplici, le cose vere dovevano essere difese. Le verità evidenti erano vere, non ci potevano essere dubbi, su questo! Il mondo concreto esi­ste, le sue leggi non mutano. Le pietre sono dure, l'acqua è liquida, gli oggetti privi di sostegno cadono verso il centro della terra. Sempre pensando che stesse scrivendo a O'Brien e con l'idea di stare enunciando un importante assioma, egli scrisse:

La libertà consiste nella libertà di dire che due più due fanno quattro. Se è concessa questa libertà ne seguono tutte le altre.

(George Orwell, 1984)

Per la gioia dell'Emmagrazia. 

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